giovedì 14 febbraio 2008

In Zona Magenta: sapore di Bramante














Una trama di ferro forgiata ad arte può dare da sola, come questa di via Gioberti 1, l'idea di quello che fu il nuovo stile dell'architettura tra l'Ottocento e il primo Novecento. In Italia fu definito ora liberty ora floreale. Nell'area Gioberti-Tasso-Ariosto (così come al Monforte e in zona Venezia) se ne hanno diversi esempi anche in case d'abitazione.



















Palazzo Litta in Corso Magenta porta il nome maritale dell'ultima discendente della famiglia Arese, venne costruito a partire dal 1645. Il maestoso cortile è dell'architetto Richini. Il palazzo fu arricchito fastosamente negli interni e completato con una fantasiosa facciata. Sul finire dell'Ottocento il palazzo passò alla Società Ferrovie dell'Alta Italia. Di recente è tornato agibile il teatro di famiglia: il più antico tra i teatri in esercizio a Milano.
















Siamo al centro del grande edificio delle Stelline, oggi adibito a iniziative culturali e sociali, esposizioni, convegni. Sorto sull'area di un convento benedettino (S.Maria della Stella), trasformato da Carlo Borromeo in "Spedale de'Mendicanti', fu poi orfanotrofio femminile. Il cortile maggiore è opera di Fabio Mangone (inizio del Seicento).






















Costruita entro il 1898 su progetto di Camillo Boito, la Casa di Riposo per Musicisti di piazzale Buonarroti fu voluta e interamente finanziata da Giuseppe Verdi. Di là dal cancello si intravvede l'ingresso alla cappella e alla cripta dove furono traslate nel 1902 le salme del Maestro.
























Fiorito splendidamente, ecco il cortile di S.Maria delle Grazie, disegnato dal Bramante su commissione di Ludovico il Moro, che ai Domenicani era legatissimo e che alla rifabbrica delle Grazie intendeva affidare sostanzialmente la propria immagine pubblica e la fama futura.



















Il chiostro è del primo Cinquecento; il masso, con incisioni camune, di 4000 anni fa e più.














Il cancello del privatissimo cortile della casa detta degli Atellani, in corso Magenta 65.
















Alcuni scorci di casa degli Atellani, vigorosamente rimessa a nuovo nel 1922.





































L'imitazione non è soltanto anima del commercio, e nei dintorni delle Grazie si spreca lo stile Bramante, che ricompare nel tempo a varie riprese. Ecco un buon esempio in un cortile di via Cadosso (immagine in alto)























Continua la passeggiata fra i palazzi e le case della zona di Porta Vercellina. Ecco un cortile acciottolato di via Mellerio 8. La ripresa dall'alto ci permette di inquadrarlo in tutta la sua leggiadria.
















Via cappuccio è tra le vie più eleganti ed esclusive della città.
Al numero 13, vi è un edificio è noto come casa Fossati. Nel cortile, alcune sculture moderne.





















Altri due cortili di via Cappuccio. Il primo (foto in alto) -casa Riboldi Mapelli- al numero 15 è un delizioso esito dell'architettura lombarda settecentesca. Il secondo, al numero 18, (foto in basso) è del palazzo Lurani Cernuschi, abitato alla fine del Settecento dalla ammiratissima Maria di Castelbarco, celebrata dal Parini come 'inclita Nice'.





































Il cortile di via Puccini numero 3 è chiaramente di età bramantesca: i tondi rendono omaggio ai principi, da Francesco Sforza a Ludovico (e le relative consorti) e gli stemmi richiamano la casata dei Dal Verme, celebre per i suoi condottieri.






















Via Boccaccio fa parte-con le vie Ariosto, Leopardi Vincenzo Monti, Petrarca- d'una zona residenziale oggi protetta da vincoli artistici per la coerenza del suo insieme. Palazzi di austera facciata, cortili impreziositi da pregevoli elementi d'artigianato, come il pozzo alla veneziana della prima foto (in alto, via Boccaccio 35) o il raffinato cancello della seconda (in basso, via boccaccio 27).












































Via Boccaccio, 47. Il modulo delle colonne ripete modelli del Sei e del Settecento come richiesto dal gusto corrente della Milano-bene fra Otto e Novecento; ma qui i cromatismi e loggiati infrangono l'accademia con un tocco di fantasia.






















Via Boccaccio, 25. Particolare del cancello in ferro battuto.






















Via boccaccio, 19. Particolare della fontana.
























Un cortile da 'gent de riguard' inquadrato nell'androne di via S.Vittore 39. Se il marmo costa troppo, si può sempre ricorrere a una pavimentazione a frammenti. Purchè ci siano le colonne: tradizione e solidità.




















Viale S. Michele del Carso. Una serie di cortili a più piani di forme e angolature bizzarre, ritagliati tra loro come un puzzle e movimentati da terrazzi e pergole.

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